Un invito alla riscoperta dell'arte come entità in grado di costituire ancora, proprio come nelle culture antiche, un complesso am algama di spazialità e temporalità, simboli
e narrazioni.
Le comunicazioni di massa stanno trasformando radicalmente la costruzione dell'immaginario. La cultura e l'arte tradizionale hanno assolto a questo compito fornendo una particolare ritualizzazione della comunicazione. La visione di un quadro o la contemplazione di una statua, la lettura delle vicende scolpite su una colonna o di quelle narrate su una pagina di un libro, catturano la nostra attenzione e sanno concederci il dono della concentrazione. È l'esperienza in cui il tempo si ferma e i significati risuonano in noi come i miti antichi. Il rapimento o la meditazione in cui ci raccogliamo di fronte a un'opera d'arte tradizionale sono vicini ai modi della comunicazione sacra e mitologica.
Il volum e, che accompagna la mostra di Castelbasso, è incentrato sulla complessità della dimensione simbolica e sul suo rapporto con il mito nell'arte contemporanea, indagati attraverso le opere di cinque grandi artisti che si segnalano per un originale recupero del mito nell'ambito espressivo contemporaneo: Marco Gastini, Paolo Icaro, Luigi Mainolfi, Nunzio, Gilberto Zorio si cimentano con gli spazi dell'antico borgo (interni ed esterni) in un confronto-dialogo che rivela affinità e differenze nella concezione e nell'uso dei concetti di mito e di simbolo.