Andrea Mantegna, uno degli interpreti più straordinari della cultura figurativa italiana tra Quattro e Cinquecento, è anche uno dei personaggi che più influenza il mondo artistico padano - veneto e non solo perché la sua pittura recupera i modelli antichi, ma perché attraverso di lui e attraverso la diffusione delle stampe che riproducevano sue invenzioni si fa avanti uno stile che rinnova il panorama artistico liberandolo dal retaggio del mondo tardogotico.
Di questo rinnovamento figurativo sono testimonianza tracce si dice nel titolo della mostra alcuni tra i manufatti più umili (perché realizzati in materiali umili come il legno o la terracotta) della produzione artistica lombarda che recepiscono il linguaggio mantegnesco, ne interpretano il messaggio di novità e divengono tramite tra la cultura alta delle committenze principesche e quella devozionale del popolo e delle confraternite.
La mostra si propone di tracciare un percorso ideale che, partendo dalla tradizione tardogotica della scultura di area veronese rappresentata dalla bottega dei Giolfino, cerca di sondare come, in diversi ambiti culturali, l'arte di Mantegna sia stata compresa e tradotta in scultura. Verona, Milano, Brescia sono centri di produzione che, a modo loro, propongono, accentuandone i caratteri, la forza innovativa di Maestro Andrea, ma si dimostrano capaci di creare linguaggi attenti ai nuovi orientamenti culturali legati ora a Foppa, ora a Civerchio, ora allo stesso Leonardo. Tutte queste linee di sviluppo figurativo trovano nel territorio mantovano un luogo naturale di incontro dove vecchi e nuovi stimoli artistici lasciano opere di grande bellezza e suggestione.