Con questo volume, il Fotomuseo Panini intende avviare insieme a Skira una collana di pubblicazioni dedicate alla fotografia storica e ai suoi protagonisti italiani e internazionali. Si parte dal pittorialismo, il movimento nato alla fine del XIX secolo dall'esigenza di elevare il mezzo fotografico a strumento di espressione artistica.
La fotografia era considerata con disprezzo nell'ambito artistico, a causa del procedimento meccanico e automatico richiesto per la produzione delle immagini. I pittorialisti, collegandosi alle ricerche estetiche dei pittori del Seicento italiano e dei preraffaelliti, resero l'immagine fotografica simile alla pittura, grazie a un'attenta ricerca dei soggetti, delle luci, e a un accuratissimo lavoro di stampa in camera oscura.
Il ritrattista Salvatore Andreola fu uno dei principali esponenti dell'ultimo periodo di questo movimento ed è con lui che s'intende iniziare il lavoro di analisi sui protagonisti della fotografia di ieri.
Salvatore Andreola nasce a Orsogna (Chieti) il 21 maggio 1890. Si appassiona alla fotografia in giovanissima età leggendo i manuali di Namias. Apre uno studio a Modena nel 1920. Partecipa, ottenendo critiche positive e riconoscimenti, alle principali esposizioni dell'epoca: nel 1923 a Torino e Londra, nel 1924 a Parigi (dove tornerà anche nel 1925 e nel 1927), a Bruxelles e a New Westminster (Canada). Nel 1925 è presente a Toronto e nel 1930 alcune sue fotografie vengono richieste a Madrid e a Buenos Aires. La sua prima personale è a Roma nel 1933; seguono Firenze nel 1934, Modena nel 1946, Reggio Emilia e Correggio nel 1947, Milano nel 1948, Bologna nel 1951, poi ancora Modena nel 1953 e nel 1965. Le sue immagini e i suoi scritti sono stati pubblicati sulle principali riviste italiane di fotografia e arte. Tiene numerose conferenze sul valore artistico della fotografia e sull'uso della luce. Nel 1928 pubblica L'arte della luce e il ritratto e nel 1955 La psicologia nell'arte del ritratto.
Nel 1965 dona al Museo Civico d'Arte di Modena una selezione di opere e nel 1967 fa un'altra donazione al Museo del Cinema di Torino. Muore a Milano il 17 dicembre 1970.