La ricostruzione della quadreria del cardinale Silvio Valenti Gonzaga raffigurata nel celebre dipinto di Giovanni Paolo Pannini nel catalogo dell'originale esposizione allestita a Palazzo Te a Mantova: un'occasione per "entrare" nelle pieghe di questo grande quadro, dalle molteplici chiavi di lettura e per rivivere le atmosfere, le meraviglie artistiche, la passione collezionistica del suo ispiratore, sapientemente immortalate in un "museo ideale" dal genio pittorico di Pannini.
Della ricca collezione del Cardinale Silvio Valenti Gonzaga (mantovano illustre, grande intellettuale e bibliofilo, Segretario di Stato e Camerlengo di Papa Benedetto XIV Lambertini) oggi restano i cataloghi, gli atti notarli, i ricordi letterari, ma soprattutto rimane un'immagine: vibrante, notissima, impregnata degli echi e delle voci d'un tempo, realizzata nel 1749 da uno degli artisti prediletti dal Cardinale, Giovanni Paolo Pannini, e conservata ora presso il Wadsworth Atheneum di Hartford in Connecticut.
Pochi anni dopo la morte del Cardinale, avvenuta nel 1756, l'imponente quadreria costruita nel corso di tutta la vita - una vita dedicata all'arte e alla tutela dei beni artistici, architettonici e archivistici - venne successivamente smembrata e dispersa.
Il quadro-manifesto di questa collezione e del lavoro intellettuale di Valenti Gonzaga, pensato e costruito "a tavolino" dal committente e dal suo pittore, in bilico tra finzione e realtà - con architetture di totale invenzione, ma con una scelta ponderata delle opere e dei personaggi da documentare ai posteri - diviene il cuore di questo progetto che, sulla scorta dei più recenti studi e delle ricerche di questi anni, ha permesso di identificare e riunire per la prima volta alcuni dei dipinti ritratti nel "capriccio" di Pannini, oltre a una quarantina d'opere significative della collezione (Carracci, Subleyras, Veronese, Van Laer, Barocci, Pannini, Mola, Testa, Van Wittel, Manfredi e importanti copie d'epoca), ai lavori preparatori del quadro, ai ritratti dei protagonisti e ai documenti d'archivio che descrivono la galleria.
Lo scenografico dipinto del Pannini del 1749 (in cui sono riportate circa 220 delle oltre 800 opere documentate nella collezione alla morte del Cardinale; di queste "leggibili" 144 e identificate una settantina) viene affiancato per la prima volta dal bozzetto preparatorio proveniente dal Musée des Beaux-Arts di Marsiglia e da una copia del 1761, conservata all'Escorial di Madrid.
Suddiviso in sei sezioni (Il Cardinale e il Papa; La collezione ritratta; La collezione descritta; La biblioteca e le opere grafiche; Catalogo, inventario e stato dell'eredità: le carte di casa Valenti Gonzaga; Silvio Valenti Gonzaga: la biografia), il volume comprende i saggi di Raffaella Morselli, Rossella Vodret, Claudio Strinati, Andrea Emiliani, Maria Pia Donato, Luigi Spezzaferro, Maria Elisa Tittoni, Sergio Guarino, Maria Giuseppina Sordi, Raffaella Petrilli, Eric M. Zafran, Paolo Coen, Paola Besutti, Simonetta Prosperi Valenti Rodinò, Roberta Piccinelli, Daniela Sogliani e Giuseppina Pontari.