In pochi casi in Italia l'architettura riesce ad assurgere agli onori e al clamore dell'interesse politico e mediatico. Renzo Piano e il suo auditorium di Roma, progettato nell'ambito di un concorso ad inviti conclusosi nel 1994 e oggi completato con tempi di realizzazione record per gli standard italiani è uno di questi pochissimi casi felici. Il progetto in effetti merita tutta l'attenzione che gli è stata tributata sotto diversi aspetti. Innanzitutto si tratta finalmente una grande opera di architettura dal valore monumentale con una destinazione pubblica e culturale di altissimo livello, un tipo di operazione che in Italia, a differenza di quanto avviene nelle altre principali nazioni europee, non viene quasi mai condotta. In secondo luogo si tratta di un progetto che affronta con straordinaria padronanza il difficile tema della grande dimensione dell'architettura, un tema di notevole interesse generale perchè sempre più nella società di massa sono necessari impianti di grande dimensione in tutti i campi della vita civile. In questo caso il complesso riunisce in un unico organismo quattro edifici sostanzialmente indipendenti tra loro, riuscendo però a conferire unitarietà all'opera con una sapiente composizione degli elementi e lavorando su alcune forti connotazioni formali ricorrenti soprattutto nel dispositivo delle coperture.
Un ulteriore e inatteso motivo di interesse è costituito dalla presenza all'interno del complesso di un quinto edificio imprevisto, frutto del ritrovamento nel sito del nuovo auditorium di un antico impianto di villa romana che è stato inglobato e servito da appositi percorsi e che ha indotto a modificare in corso d'opera gli orientamenti degli edifici e le relazioni tra le parti.
Tutto questo viene descritto in modo molto approfondito dal corposo volume curato da Alessandra Segantini nel quale, a un testo introduttivo di Cesare de Seta che definisce la collocazione dell'Auditorium romano all'interno dell'attività progettuale di Renzo Piano per la musica, fanno seguito due sezioni principali, la prima delle quali illustra il complesso nel suo insieme e nell'articolarsi degli edifici che lo compongono. Una seconda parte del volume invece si sofferma sul cantiere dell'Auditorium, passando in rassegna, attraverso contributi tecnici anche molto approfonditi, le problematiche progettuali e costruttuive più interessanti e innovative.
Il ricchissimo apparato iconografico è composto dalla immagini realizzate dal fotografo Moreno Maggi che documentano oltre all'architettura completata anche alcuni tra i più significativi stati di avanzamento della costruzione; e naturalmente dalla serie completa dei disegni architettonici di progetto cui si aggiungono gli schizzi iniziali di Piano e alcuni dettagli costruttivi particolarmente interessanti per l'apporto che la soluzione tecnica ha saputo fornire all'evidenza della forma finale costruita.