Questa mostra, a cura di Susan Davidson e David White, è la prima retrospettiva dedicata a Rauschenberg in Italia. È composta da un'ottantina di opere, provenienti dalla preziosa collezione dell'artista e da prestigiosi musei e collezioni private americani ed europei, che documentano l'intera carriera di Rauschenberg, dagli esordi fino ad oggi. Il percorso inizia con dipinti, sculture e fotografie eseguiti a New York alla metà del secolo scorso e durante un soggiorno a Roma nel 1952. Si tratta per lo più di opere astratte o proto-minimaliste come i White Paintings, anche se non mancano lavori autobiografici come le Scatole Personali. Segue poi una raffinata e ricca scelta dei famosi Combines, che iniziano a comparire alla metà degli anni Cinquanta e introducono in un contesto pittorico espressionista-astratto immagini e oggetti presi dal mondo reale, mettendo in discussione la tradizionale distinzione tra pittura e scultura. La mostra continua con i disegni eseguiti alla fine degli anni Cinquanta e con la bellissima serie dei dipinti serigrafici dei primi anni Sessanta che, grazie all'adozione di una tecnica di riproduzione commerciale e alla predilezione per soggetti tratti dai mass media, fanno di Rauschenberg uno dei precursori della Pop-art. Seguono i lavori dei primi anni Settanta, momento in cui l'artista lascia New York e imprime un energico cambiamento di rotta alla sua arte. In alcune serie di quel periodo, come Venetians, Cardboards o Jammers, egli propende per un linguaggio prevalentemente astratto, mentre in altre, Hoarfrosts ad esempio, trasferisce immagini su tessuti spesso lucidi e semitrasparenti come la seta, lo chiffon e il raso. Verso la metà degli anni Settanta Rauschenberg riprende la produzione di opere di grande formato con due serie, Spreads e Scales, in cui inserisce oggetti trovati casualmente e immagini riportate da giornali. Continuando a lavorare in questa direzione, l'artista crea negli anni Ottanta la serie Kabal American Zephyrs, in cui fa largo uso del collage e dell'assemblaggio. L'esposizione prosegue con la serie Gluts, nella quale l'artista trasforma pezzi di metallo di scarto in vere e proprie sculture. Egli continua a esplorare le qualità del metallo in altri lavori, prodotti tra la metà degli anni Ottanta e i primi anni Novanta, esaltando ora la cupa monocromia, ora la lucentezza, ora gli effetti dell'ossidazione e della corrosione sulle superfici di bronzo, rame o alluminio. La mostra si chiude con le serie più recenti, eseguite dal 1992 a oggi, fra le quali Arcadian Retreats o Apogamy Pods, caratterizzate da immagini derivate esclusivamente da fotografie scattate dallo stesso Rauschenberg in tutto il mondo. Tra le opere recenti va ricordata A Quake in Paradise, un'opera di dimensioni eccezionali allestita nel giardino del Palazzo dei Diamanti e costituita da un sorprendente labirinto di pannelli decorati con immagini serigrafiche. Le opere di quest'ultimo decennio, alcune recentissime come lo straordinario Catydid Express realizzato appositamente per questa mostra, documentano un'intensa attività creativa, come sempre improntata a un'assoluta originalità e indipendenza da ogni corrente artistica.