Il libro illustra, attraverso un ricco apparato iconografico di schizzi e disegni, alcuni progetti di Paolo Portoghesi (1931), una delle figure più rappresentative dell'attuale dibattito architettonico internazionale. Fin dall'inizio della sua carriera d'architetto (1957) si è impegnato per riportare l'architettura moderna nell'alveo della tradizione storica, teorizzando poi "l'architettura dell'ascolto", basata sull'interpretazione della natura dei luoghi. Ha saputo far rivivere nell'architettura moderna di Roma, i caratteri del passato e della tradizione, facendoli convivere in incredibile armonia con le esigenze del gusto contemporaneo.
L'importanza di Paolo Portoghesi, in quanto architetto e teorico dell'architettura, risiede appunto nel contributo che ha dato allo sviluppo dell'architettura moderna in una forma d'arte che rapporta il passato al presente, il luogo individuale con l'ambiente nel suo insieme. Portoghesi si propone come una figura anomala e unica di storico e architetto militante, una figura che ha continuato negli anni il suo percorso realizzando - e questo traspare chiaramente in questa raccolta dei suoi schizzi - "architetture nate da altre architetture" dove il dialogo con la storia e con la memoria dei luoghi sottende ogni progetto.
La raccolta comprende disegni a partire dagli anni in cui Portoghesi frequentava ancora l'università fino agli ultimi progetti, ossia da quando fin dalla fine degli anni Cinquanta si schiera contro il razionalismo funzionalista, rivendicando un orientamento storico della nuova cultura architettonica. I disegni spaziano dunque dal progetto per la Casa Baldi nei pressi di Roma (1959) che rappresenta già una sorprendente sintesi del barocco e De Stijl, alla Chiesa della Sacra Famiglia a Fratte, Salerno (1968-74) il cui principio geometrico è generato da una complessa struttura circolare e dove dimensioni simboliche e storiche trovano una forma suggestiva strettamente connessa con le condizioni tecniche della costruzione; dal complesso residenziale ENEL, Tarquinia (1981-88), alla Banca popolare del Molise, Campobasso (1984); dalla chiesa di Santa Maria della Pace e della Santissima Trinità, Terni (1997), al restauro del Palazzo dell'Umanesimo Latino, Treviso (2000-2001). Fino alla Moschea e il Centro Culturale Islamico di Roma (1975-93) con l'ardita struttura della volta e l'imponente volumetria dello spazio di culto, che segnano invece il culmine dell'opera di Portoghesi e alla recente "Grande Mosquée" di Strasburgo (2000).