La mostra documenta la lunga attività di Nicolò di Liberatore, svolta tra il 1457 e il 1502, sviluppando un percorso molto personale in linea con le caratteristiche del Rinascimento umbro, quello che Federico Zeri definì "pseudo-Rinascimento" per dire che la rinascita della cultura aveva seguito non solo una strada razionale ma anche una via parallela, tutta intuitiva e fantastica, comunque diversa da quella percorsa dalle altre 'scuole' rinascimentali come quella toscana o veneta.Il percorso espositivo si svolgerà al secondo piano di Palazzo Trinci, che corrisponde in buona parte con gli storici appartamenti dei Trinci e con la Pinacoteca civica folignate, e prende avvio dalla fortunata stagione creativa dell'Alunno, coincidente con la breve signoria dei Trinci e, in particolare, con il tempo di Ugolino IV e di Corrado III, giungendo fino alla più immediata eredità di Nicolò attraverso la produzione del figlio Lattanzio e dei suoi collaboratori.
Oltre alle opere di pittura saranno presentati alcuni significativi esempi di architettura, scultura, oreficeria, produzione di manufatti lignei, vitrei, tessili, e arte della stampa.La mostra comprende alcuni percorsi in città; particolarmente curiosa è la visita alla casa-laboratorio di Nicolò, (Via Nicolò Alunno), nel rione Croce, cuore della vecchia Foligno, che si è conservata nei secoli grazie all'inglobamento di questi ambienti nel monastero di Sant'Anna e che presenta al suo interno una serie di graffiti, nei quali l'artista folignate annotava conti, debiti, mutui, affitti, acquisti, proverbi, formule, ma anche disegni, schizzi, tra cui il suo presunto ritratto e quello di sua moglie Caterina. Inoltre, l'excursus cittadino prosegue alla ex chiesa di San Domenico dove si incontra la ricca serie di affreschi votivi tre-quattrocenteschi, alle cappelle di Pietro di Cola delle Casse e di Santa Marta in Santa Maria in Campis (prime prove pittoriche su muro dell'Alunno) e alla chiesa della Nunziatella, eretta nell'ultimo decennio del '400 al tempo del vescovo Luca Cybo e decorata dal Perugino dopo la morte dell'Alunno, verso il 1507.