Insediatisi a Napoli nel 1442 con Alfonso il Magnanimo, gli Aragonesi, come è noto, governarono il Regno per circa mezzo secolo con tale incisiva autonomia da determinare la nascita di una nuova identità civile e culturale, con i caratteri chiaramente riconoscibili dell'Umanesimo e del Rinascimento napoletani. Se Alfonso per primo cominciò a raccogliere codici latini ed a promuovere la rinascita della vita culturale napoletana, Ferrante dette un impulso decisivo alla crescita culturale della città e realizzò una monarchia razionalizzata e moderna, che finì con l'assegnare a Napoli un ruolo di spicco anche al di fuori dei confini del Regno e non soltanto nell'ambito degli studi umanistici. Il volume che qui si presenta raccoglie gli Atti di due giornate di studio dedicate, da un lato, a rintracciare nelle fonti (documentazione archivistica, biblioteca di Alfonso, carte di Ferrante ecc.) l'origine ed i motivi dell'identità dell'umanesimo napoletano e, dall'altro, ad investigare ruolo e funzione rivestiti dagli Aragonesi per la promozione e la circolazione del documento scritto, al quale i sovrani attribuirono peculiare importanza anche sotto il profilo socio-politico. Da un punto di vista metodologico, il Convegno si è proposto di disporre su un piano interdisciplinare il confronto e l'approfondimento delle problematiche indicate: si è cercato perciò il coinvolgimento di studiosi non solo del settore della letteratura, ma anche della storia, del diritto e della storia dell'arte. L'invito a partecipare è stato poi rivolto anche ad archivisti e bibliotecari, cioè a coloro ai quali è affidato il compito di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale, con l'obiettivo di contribuire ad una sempre più documentata e approfondita conoscenza del Quattrocento partenopeo.