La scuola di Posillipo, espressione emessa dai pittori dell'Accademia per definire un gruppo di artisti che negli anni 30 dell'Ottocento ruotavano intorno ad A. Pitloo e più tardi intorno a G. Gigante. Eredi della tradizione delle gouaches settecentesche, essi si dedicarono soprattutto al paesaggio per soddisfare le richieste dei viaggiatori stranieri. Dalla fine del Settecento Napoli era stata meta di famosi paesaggisti: C. Kniep, J.H.W. Tischbein, R. P. Bonington, W. Huber, F. Vervloet, J.B.C.Corot e soprattutto J.M.W. Turner. La prima produzione della scuola di Posillipo si rifece al paesaggio di tradizione neoclassica, che si conformava alla "veduta" ampia, otticamente precisa e con punto di vista rialzato a volo d'uccello, di J.Ph. Hackert; puntando però soprattutto sui valori lirici e romantici, assunse ben presto una posizione antiaccademia. Dal vedutismo settecentesco gli artisti della scuola (e in particolare Gigante) appresero la caratteristica attitudine a trarre dal vero almeno gli abbozzi disegnativi. Ad offrire anticipazioni protoromantiche delle vedute della scuola fu Salvator Rosa, mentre i punti di riferimento moderni non andavaio al di là di Turner. E da Turner, Gigante acquisì il modo di usare l'accuerello, la composizione per quinte arborce insieme al tentativo (romantico) di conciliare disegno, chiaroscuro e colore. All'interno del gruppo un posto di particolare rilievo spetta a Gigante, anche se controverso è il fatto che egli sia stato l'ideatore della formula della veduta adottata dal gruppo: alcuni critici tendono ad affiancargli o l'olandese Pitloo, di cui fu allievo, o il russo S.F. Scedrin. Fra gli altri artisti si ricordano Luigi e Salvatore Fergola, A. Vianelli, Raffaele, Gabriele, Consalvo e Achille Carelli, T. Duclère, V Franceschini, G. Smargiassi.