Attraverso oltre 200 opere comprendenti dipinti, sculture, disegni, stampe e documenti, questa monografia - realizzata in collaborazione con la Fondazione Pilar e JuanMiró e la SuccessióMiró - offre l'opportunità di conoscere e approfondire l'ultimo trentennio di attività del maestro spagnolo, il periodo compreso fra gli anni cinquanta e ottanta, anni estremamente generosi dal punto di vista creativo, favoriti da una nuova libertà espressiva. Una nuova fase strettamente connessa al trasferimento di Miró, nel 1956, nell'isola di Maiorca, luogo a lui caro per motivi sentimentali e familiari.
È in questo periodo che l'artista comincia un intenso periodo di lavoro in cui l'iconografia si fa astratta e le figure si amplificano. È anche una fase in cui, messo da parte il cavalletto, Miró dipinge a terra, cammina sulle proprie tele.
Degli anni '70 sono i paesaggi monocromi, dipinti di grande formato visionari, minimalisti, evanescenti e movimentati, che evocano la predilezione di Miró per il nero degli espressionisti astratti americani e la calligrafia orientale.
Finalmente a 63 anni l'artista, per la prima volta nella sua vita, ha a disposizione uno studio che non deve condividere con altri, un luogo dove isolarsi e convivere a stretto contatto con le sue opere. Non un semplice contesto architettonico, bensì uno spazio protetto, dove far maturare, nel tempo, il suo lavoro e dar sfogo all'impulso creativo, un contenitore per essere soli davanti alla vertigine della creazione.