Il volume presenta per la prima volta i risultati del recente restauro della grande pala della Resurrezione del Perugino, il cosiddetto 'Perugino del Papa', in quanto l'opera è abitualmente collocata nella Biblioteca privata del Santo Padre.
Il volume è introdotto dal saggio di Francesco Buranelli, incentrato sulle complesse vicende storiche del dipinto: commissionata nel 1499 a Pietro Vannucci, detto il Perugino, la pala era originariamente custodita nella chiesa perugina di San Francesco al Prato fino al 1797, quando a seguito delle razzie napoleoniche fu trasferita nel Musée Napoléon a Parigi. Riconsegnata ad Antonio Canova (allora Ispettore Generale delle Belle Arti), la pala nel 1815 rientrò a Roma e nel 1964 fu destinata alla Biblioteca papale, sfondo solenne e significativo a tutte le udienze degli ultimi Pontefici. Segue il contributo di Arnold Nesselrath che inquadra l'opera nella produzione del Perugino alla luce delle nuove acquisizioni emerse dal restauro e affronta la complessa problematica relativa all'intervento della bottega, che nel nostro caso partecipa alla stesura del dipinto secondo le direttive impartite dal maestro. Di grande interesse è il contributo di Federica Moscatello che indaga le problematiche relative alla committenza dell'opera e corregge la lettura del nome del committente - finora ritenuto Bernardino di Giovanni da Corneto - in Bernardino di Giovanni da Orvieto, rendendo in tal modo più definito il contesto per il quale il dipinto fu eseguito, nonché i modi e i tempi della sua realizzazione.
Il saggio seguente di Maurizio De Luca, Laura Baldelli, Angela Cerreta e Alessandra Zarelli ricostruisce la storia dei principali interventi conservativi di cui la pala fu oggetto, soprattutto nel XIX secolo, come quello dell'assottigliamento dello spessore della tavola. Il contributo presenta, inoltre, in maniera esemplare l'intervento di restauro appena realizzato, che ha rappresentato un'occasione unica e irripetibile per la conoscenza dell'opera nella sua interezza.
L'intervento di restauro è stato preceduto e affiancato dalla realizzazione di una campagna di indagini scientifiche, realizzate dal Gabinetto di Ricerche Scientifiche dei Musei Vaticani, che viene documentata dalle pagine di Ulderico Santamaria, Fabio Morresi, Manuela Romagnoli e Krystina Mlynarska.