Il ritrovamento del Libro d'arabeschi nei fondi manoscritti della Biblioteca Comunale di Palermo,- un codice con più di 300 disegni ancora integro, che padre Sebastiano Resta spedì intorno al 1690 al suo amico e corrispondente padre Giuseppe del Voglia - non solo rappresenta un'eccezionale scoperta relativa al patrimonio grafico ancora "sepolto" nelle biblioteche italiane, ma consente anche di far luce sul panorama del collezionismo del disegno in Italia meridionale, ancora troppo trascurato.
Il codice, qui pubblicato per la prima volta, è presentato da Simonetta Prosperi Valenti Rodinò, profonda conoscitrice del disegno italiano del Seicento. La studiosa illustra, nel primo saggio del volume, la storia del codice e la figura di Padre Resta, collettore di una corposissima raccolta di grafica - oggi in gran parte smembrata - di cui il codice di Palermo rappresenta un importante tassello.
La storia del collezionismo grafico in Sicilia è invece argomento del saggio di Vincenzo Abbate, mentre Filippo Guttuso spiega, nel suo intervento, come il codice sia giunto nella Biblioteca Comunale di Palermo.
Segue il catalogo dei disegni, restaurati in occasione della mostra dall'Istituto Nazionale per la Grafica, che appartengono ad autori di prima grandezza, tra i quali vanno almeno ricordati Pietro da Cortona, Perin del Vaga e Francesco Salviati. Il volume è completato da indici e bibliografia.