Ennemond Alexandre Petitot, architetto francese, nacque a Lione nel 1727 e morì a Parma nel 1801. Allievo del Soufflot, vinse a soli 18 anni il Grand Prix de Rome che gli consentì un soggiorno a Roma ove fu a contatto con Piranesi. Nel 1753 fu invitato a Parma dal Du Tillot, ministro di Filippo di Borbone, e divenne architetto ducale. Con la sua attività diede a Parma una elegante fisionomia classicista e contribuì a farne un importante centro dell'Illuminismo italiano. Fra le sue opere si segnalano le facciate della chiesa di S. Pietro Apostolo e del Palazzo del Governatore (1760), il vestibolo e la Galleria della Biblioteca Palatina (1762), il progetto dello "stadone" Martiri della Libertà, al cui termine eresse un Pubblico Caffè, oggi Casino Petitot (1767). Costruì a Colorno la Veneria Reale (1753) e vi ampliò il giardino ducale Mentre si può finalmente ammirare, rinato grazie ad un complesso intervento di restauro, il Parco Ducale, considerato tra i suoi capolavori, Ennemond Alexandre Petitot torna nella "sua" Parma con una raffinata mostra di disegni. A promuoverla è la Fondazione Cassa di Risparmio, protagonista anche dell'intervento di restauro del Parco Ducale.
La mostra, che cade nel bicentenario della morte dell'architetto, fa seguito a quella, fortunatissima, intitolata "Petitot un artista del Settecento europeo", allestita da Pier Luigi Pizzi sempre a Palazzo Bossi - Bocchi, ancora una volta, per iniziativa della Fondazione parmense. Da sempre, la Fondazione si è fatta carico di acquisire i disegni ancora reperibili del Petitot, in buona parte dispersi sul mercato antiquario dalla dissoluzione dei patrimoni archivistici della Casa Petitot Mount Louis e di alcune storiche famiglie del territorio. La certosina ricerca ha consentito di far tornare a Parma, riunendoli all'interno delle collezioni di Palazzo Bossi, 69 straordinari pezzi, ovvero una parte veramente significativa dei disegni originali creati dalla fantasmagorica personalità del Petitot per l'esigentissima committenza ducale portata avanti dal Ministro Guglielmo Du Tillot.
Dal 27 aprile a 30 giugno, "I disegni della collezione della Fondazione Cassa di Risparmio di Parma" vengono presentati al pubblico in una preziosa esposizione. Tre i gruppi principali: i disegni dei giardini di Parma e Colorno, con le grandi planimetrie colorate e particolari per cancellate e padiglioni; i gruppi di spaccati e piante per un teatro pubblico e i progetti per ville di campagna sorprendentemente moderni, frutto della maturazione e della partecipazione ai nuovi tempi stilistici e politici cui l'architetto giunge nell'ultima fase della sua produzione.
Un altro tassello, fondamentale, per arrivare alla completa messa a fuoco della personalità di uno dei grandi protagonisti dell'architettura europea della seconda metà del Settecento, viene offerto dalla pubblicazione - in concomitanza con la mostra - del volume in cui Giuseppe Cirillo presenta, per la prima volta, l'intera opera grafica di Petitot. Nell'ampia pubblicazione, anch'essa promossa ed edita dalla Fondazione Cariparma, lo studioso presenta i frutti di una lunga ricerca d'archivio che lo ha portato a raccogliere e documentare cinquant'anni di storia artistica e culturale della città di Parma, dalla chiamata dell'architetto nel 1753 alla sua morte. Il lavoro di Cirillo, suddiviso per annate, vuole ordinare cronologicamente l'opera del Petitot precisando le datazioni di tutti i suoi lavori, dalle fabbriche faraoniche per il Duca al piccolo arredo, a ciascuno dei quali è dedicato un paragrafo. Il volume di 270 pagine di testo è corredato da 60 illustrazioni di vari autori vicini al Petitot e di 230 figure autografe e per lo più inedite dell'architetto.
Da sottolineare l'organicità del "Progetto Petitot" della Fondazione: progetto sviluppato nel tempo attraverso le mostre, quella del 1997 e l'attuale, la pubblicazione di materiali prima inediti, l'acquisizione dei disegni "parmensi" ancora reperibili e il restauro, interamente dalla stessa finanziato, di una delle opere fondamentali del Petitot, ovvero del Parco Ducale di Parma.
Ennemond Alexandre Petitot (Lione 1727 - Parma 1801) giunge a Parma nel 1753, con il titolo di primo architetto della corte borbonica. Per la città è un momento felice, legato all'attività riformista ed illuminista del primo ministro Du Tillot che commissiona all'architetto ed amico Petitot interventi per il rinnovo di molti dei monumenti simbolo di Parma, dal Palazzo e del Parco Ducale di Colorno, al Parco Ducale e la Reggia di Parma. Poi ancora il Teatro di Corte, la facciata della Chiesa di San Pietro, la Biblioteca Palatina. Oltre che degli interventi su singoli edifici e sui loro arredi, sui grandi giardini, Petitot si occupa di quello che oggi verrebbe definito come "arredo urbano" (con realizzazioni che lo vedono impegnato spesso accanto allo scultore Bouodard) collegato anche a grandi interventi urbanistici che ridefiniscono la Parma di fine Settecento. La fama delle sue opere e delle sue "invenzioni" corre l'Europa sulle pagine di pubblicazioni subito ricercatissime come la "Raccolta di rami incisi in varie occasioni dalla Regio-Ducal Corte di Parma" ma soprattutto attraverso le raccolte "Mascarades à la greque" e "Suite de vases". Avanzando d'età e d'esperienza, lo stile di Petitot concettualmente pensato tra razionale e un precoce neoclassicismo, accentua le caratteristiche di rinnovamento dell'architettura, in sintonia con i tempi nuovi. Tanto che alla fine del secolo redige progetti di chiara adesione "rivoluzionaria". Intanto, scomparso dalla scena politica il suo protettore Du Tillot, a Petitot viene riservato un ruolo accademico e privato, quasi del tutto lontano dalle incombenze di corte. Muore nel 1801 forse nella sua amatissima casa di campagna a Marore, dove ancora si conserva il delizioso teatrino da lui concepito per gli spettacoli a cui partecipava come attore e musico