Riproduzione in facsimile del manoscritto Lat. 209 "Sphaerae coelestis et planetarum descriptio" (De Sphaera. Milano, 1460 ca.) conservato presso la Biblioteca Estense Universitaria di Modena.
Acclude un volume-commentario a cura di Ernesto Milano, con saggi di leandro Ventura e Giancarlo Malacarne (Pp. 120).
Edizione limitata a 999 esemplari.
Il De Sphaera e' unanimemente considerato il piu' bel libro astrologico del Rinascimento italiano. Miniato per la corte di Milano (lo stemma Visconti-Sforza e' impresso sulla copertina) da un raffinato artista, forse Cristoforo De Predis, pervenne agli Estensi di Ferrara nell'ambito dei frequenti interscambi con la corte sforzesca. Il codice e' una fulgida testimonianza del filone laico della rinascenza e trova il suo naturale contraltare, in pittura, negli affreschi di Palazzo Schifanoia a Ferrara. Nel De Sphaera troviamo una prima parte, corredata di disegni astronomici e concise didascalie, che sintetizza il sapere coevo sui fenomeni terrestri e celsti; le pagine miniate del codice, invece, illustrano con splendida iconografia l'influsso degli astri sugli uomini, rappresentando i pianeti, i segni zodiacali e gradevoli scene di gusto rinascimentale e cortese. La passione per l'astrologia e gli oroscopi era, presso le corti nobiliari europee tra Medioevo e Eta' Moderna, parte integrante della vita culturale e, anzi, nucleo importantissimo del sapere.