Per oltre due mesi, duecentocinquanta anni fa, Padova festeggiò l'elezione al pontificato di un suo vescovo. Era il 6 luglio 1758 e il neoeletto papa Clemente XIII era Carlo Rezzonico.
Discendente da una famiglia di recente nobiltà, Carlo Rezzonico fu particolarmente attento alla sua diocesi, si distinse per i provvedimenti a favore dei poveri e per le iniziative nel campo della disciplina ecclesiastica, ma anche per l'impegno diplomatico. La questione che dominò tutto il suo pontificato (1758-1769) fu il rapporto con la Compagnia di Gesù, diffusa in tutta Europa e, attraverso le missioni, anche nel Nuovo Mondo e in oriente. Venne a contatto con le maggiori personalità del panorama artistico romano di metà Settecento, tra cui Anton Raphael Mengs, Pompeo Batoni e Johann Joachim Winckelmann, al quale nel 1764 affidò la carica di sovrintendente alle antichità di Roma. Di Giovanni Battista Piranesi, architetto e incisore veneto stabilitosi a Roma, il papa divenne vero e proprio mecenate. Acquistò per i Musei Capitolini opere d'arte provenienti da scavi archeologici, donò alla Biblioteca Vaticana preziosi manoscritti e un'importante collezione di vasi antichi, primo nucleo del Museo Profano da lui fondato nel 1767, embrione dei Musei Vaticani.
Sotto il suo pontificato si realizzò inoltre il completamento della fontana di Trevi.
La mostra, accompagnata da questo catalogo, ripercorre le vicende del vescovo e del pontefice tra Venezia, Padova e Roma, attraverso i capolavori dei maggiori artisti del tempo: dai ritratti del papa di Mengs e Batoni, alle raccolte di incisioni a lui dedicate da Piranesi, ai progetti di Antonio Canova per il monumento funebre in San Pietro. Il volume, con ampi saggi critici, è completato da una bibliografia.