Napoli e il Gran Tour sono in scena a Villa Pignatelli: C'era una volta Napoli un titolo nostalgico con una punta di provocazione. Esposte centotrenta gouaches del XVIII e XIX secolo; opere di: Della Gatta, Hackert, Fergola, D'Anna, Fabris. Completa l'allestimento una selezione di reperti archeologici: vasi e gemme, rifacimenti neoclassici e delicate porcellane ispirate alle gouaches.
Il percorso allestito è diviso in tre sezioni. Per classico s'intende l'antico: le vedute di Pompei, Ercolano ed i fascinosi paesaggi dei Campi Flegrei, il patrimonio comune di civiltà, nel quale tutti si riconoscevano, nel secolo dei lumi.
Gli strepitosi e drammatici fenomeni vulcanici del Vesuvio, le spettacolari vedute della città fanno parte della sezione del sublime. Mentre sono identificabili nel pittoresco le rappresentazioni dei modi di vita delle popolazioni, i costumi e le allegre descrizioni di feste e balli.
Il Gran Tour , il viaggio d'istruzione che i giovani gentiluomini inglesi del '700 realizzavano per il completamento della loro istruzione, durava almeno un anno. Napoli era una tappa obbligata; il viaggio non prevedeva solo una visita ma anche l'acquisto di libri, reperti di scavo e soprattutto guoaches che soddisfacevano l'esigenza della memoria del viaggiatore.
La tecnica pittorica a gouaches è un'esecuzione rapida, ad essiccazione immediata, su supporti leggeri, con ridotti tempi d'esecuzione, facilità di trasporto e costi accessibili. Essa è stata introdotta a Napoli, nell'ultimo quarto del Settecento, da Jacob Phillipp Hackert e Pietro Fabris.