In occasione dell'Anno della Donna, una grande mostra antologica dedicata a Carol Rama, l'ottantacinquenne artista torinese che nel giugno del 2003 ha ricevuto il Leone d'Oro alla carriera alla 50ª Biennale Internazionale d'Arte di Venezia.
Il volume - che accompagna l'esposizione curata da Guido Curto e Giorgio Verzotti e co-prodotta dalla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo e dal Mart, il Museo d'Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto costituisce un omaggio a una delle artiste più significative fra quante hanno operato dagli anni Trenta ad oggi, nonché un approfondimento del suo intero percorso creativo, illustrato attraverso una selezione di opere pittoriche alcune delle quali inedite e di incisioni, realizzate dal 1936 ad oggi: lavori caratterizzati da un linguaggio forte, dirompente, estremamente attuale che esplora il tema dell'identità femminile, con espliciti riferimenti al corpo e alla sensualità.
Olga Carolina Rama, in arte Carol Rama, nasce a Torino il 17 aprile del 1918. Negli anni Trenta frequenta l'atelier di Felice Casorati (1883-1963) e inizia a dipingere da autodidatta ritratti dalla fisionomia semplificata, con uno stile che prelude alla cosiddetta Bad Painting. Negli anni Quaranta esegue acquerelli su carta adottando come soggetto immagini di donne nude, legate su letti di contenzione, con corpi amputati degli arti, e intorno a loro fa volare protesi ortopediche e dentiere. È questo il caso di opere come la Nonna Carolina (1936) e Appassionata (1941) che anticipano di vari decenni neoavanguardie contemporanee come il Post-Human. Dopo aver aderito nei primi anni Cinquanta all'astrattismo del MAC Movimento Arte Concreta, e avere partecipato con lavori astratto-concreti alla Biennale di Venezia del 1948 e del'50, negli anni Sessanta Carol Rama si riavvicina alla figuratività con i Bricolage; composizioni in cui troviamo occhi di vetro, denti e unghie incollate su tele dipinte con segni e macchie di stile informale. Conclusa anche questa stagione, negli anni Settanta utilizza camere d'aria di bicicletta per dipingere tele in apparenza astratte e costruire installazioni dove c'è sempre un subliminale riferimento al corpo e alla sessualità: le camere d'aria rosa sono pelle, carne, budella, falli. Tra gli anni Ottanta e Novanta l'immaginario di Carol Rama si popola di nuovi protagonisti: la Mucca Pazza, Birnam e Buster Keaton. Soggetti dipinti o disegnati sopra mappe catastali e fogli 'usati' con disegni di macchinari industriali.