Frutto di un lungo e approfondito lavoro di ricerca, la mostra intende mettere in luce uno degli aspetti fino ad ora meno studiati del Futurismo: l'attività di Umberto Boccioni come scultore, il rapporto con la sua produzione pittorica e le reciproche influenze tra il maestro milanese e i suoi contemporanei. Grazie alla collaborazione dei principali musei internazionali - tra i quali il Metropolitan di New York, il Musée Rodin di Parigi, il Centro de Arte Reina Sofia di Madrid, la Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma, la Collezione Peggy Guggenheim di Venezia, oltre alle Civiche Raccolte d'Arte del Comune di Milano, con il loro fondamentale nucleo -, verranno così presentati sculture, dipinti e disegni di Boccioni, insieme a importanti opere di Rodin, Medardo Rosso, Balla, Severini e Picasso.
Una scelta di fotografie (molte delle quali scattate dallo stesso artista), tratte da uno straordinario corpus recentemente tornato alla luce, accompagnerà i visitatori, offrendo una testimonianza viva dell'attività di Boccioni, del suo studio, delle relazioni familiari e di amicizia, delle esposizioni che all'epoca lo videro protagonista.
La mostra si propone di approfondire e di illustrare al pubblico l'attività di scultore svolta da Umberto Boccioni tra il 1912 e il 1914, i suoi scritti teorici sulla scultura futurista e la contiguità che egli volle mantenere tra scultura e pittura. Boccioni allestì in vita cinque mostre con le sue sculture - a Rotterdam, Parigi, Roma, Firenze e Londra -, che suscitarono vivo interesse per la loro sconcertante novità e che risultarono gravide di spunti destinati a durare nel tempo.
L'opera plastica di Boccioni - oggetto già nel 1914 di uno dei primi e fondamentali scritti di Roberto Longhi - è considerata oggi un simbolo del Futurismo, ma malgrado lo sviluppo degli studi su questo movimento e il proliferare di mostre sulla prima avanguardia italiana, l'argomento non è mai stato studiato in modo specifico e approfondito.
Boccioni incominciò a pensare alla scultura in modo quasi ossessivo, come ci testimoniano alcune sue lettere, dopo il suo soggiorno parigino nella primavera del 1912. A Parigi infatti ebbe modo di conoscere le opere cubiste di Picasso e di Braque, e di visitare gli studi degli scultori d'avanguardia, quali Archipenko, Brancusi, Duchamp, Medardo Rosso. Alla fine dell'estate di quello stesso anno pubblicò, anticipandone la data ufficiale di qualche mese, il Manifesto tecnico della Scultura Futurista .
Per poter realizzare le sue sculture, lasciò l'appartamento-studio di via Adige 23, troppo angusto, e all'inizio del 1913 si trasferì in bastioni di Porta Romana 35, dove abitò fino alla morte. Una serie di fotografie (circa 70, scattate in gran parte da Boccioni stesso) testimoniano lo sviluppo della sua attività di scultore e documentano la sua produzione.
Le prime opere furono ritratti della madre a mezzo busto, in cui la fusione tra la figura e l'ambiente circostante era perseguita anche per mezzo di materiali diversi, quali una balaustra in ferro, una finestra in legno e vetro, una crocchia di capelli veri o filo di ferro.
Boccioni superò così la mimesi della realtà non solo con l'innovazione delle forme plastiche, ma anche con la presenza di oggetti reali, che rompevano ogni convenzione accademica, entrando a far parte dell'opera d'arte. Ma in breve tempo il suo interesse si volse verso temi e forme più classici, modellati solo in gesso e spesso dipinti. Comparvero soggetti più tradizionali, come la testa femminile intesa come insieme di volumi, la natura morta, il nudo virile. Quest'ultimo tema si sviluppò nell'ambito della riflessione futurista sul moto verso il nuovo concetto di "sintesi del dinamismo ", a cui seguì la serie dedicata al movimento del cavallo nell'ambiente.
Nel 1913 Boccioni realizzò alla galleria parigina La Boëtie la sua prima mostra di sole sculture, comprendente anche una serie di disegni ad esse attinenti: si trattava di 11 opere plastiche e 22 disegni. Nel dicembre del 1913 si inaugurò a Roma la Galleria Futurista, diretta da Giuseppe Sprovieri, con la stessa mostra, ampliata però a 12 sculture e ben 46 disegni. Seguirono poi nel 1914 la "Esposizione di Scultura Futurista "alla Galleria Gonnelli di Firenze e la partecipazione alla "Exhibition of the works of the Italian Futurist painters and sculptors "presso The Doré Galeries di Londra.
Milano, Palazzo Reale
5 ottobre 2006 - 7 gennaio 2007