Questa raccolta di studi indaga le opere e il contesto culturale di Giovanni Battista Mola e di suo figlio Pier Francesco, originari di Coldrerio (Cantone Ticino, Svizzera) ma attivi principalmente a Roma e nello Stato pontificio.
Entrambi furono curiosi e poliedrici: il primo espresse il suo talento attraverso l'architettura, rigorosa e severa, e gli scritti storiografici, talvolta venati di note polemiche; il secondo preferì misurarsi con la pittura, il disegno e la caricatura assumendo un ruolo importante nel panorama romano, dove fu imitato da allievi e colleghi quale apprezzato inventore di nuove tematiche iconografiche ispirate al mondo antico. L'atteggiamento critico verso le correnti barocche è uno dei cardini su cui è incentrato il volume che, attraverso numerosi contributi, si sofferma sui cantieri più importanti di Giovanni Battista e sulla sua rigorosa produzione progettuale, così come sulle aspirazioni di fama e ricchezza di Pier Francesco, fino allo scontro con la famiglia pontificia dei Pamphilj. Si esamina infine la percezione che dei Mola ebbero i contemporanei, sia intenditori accademici, sia collezionisti che, sempre in cerca delle loro creazioni, contribuirono alla diffusione del loro linguaggio in Europa.